Da qualche anno, la tecnologia è entrata di prepotenza nelle nostre vite e, in qualche modo, ha cambiato notevolmente le nostre abitudini quotidiane. Dalle semplici interazioni sociali, al modo di passare il tempo nei momenti morti, tutto è stato influenzato e cambiato dalla possibilità di avere uno smartphone sempre a portata di mano. Persino il modo in cui guardiamo la TV è completamente cambiato, ora, oltre a guardare ciò che accade sullo schermo, molto spesso siamo anche impegnati a commentare su Facebook, Twitter o qualsiasi altro noto social network.
Da qualche anno a questa parte, lo smartphone ha cambiato la nostra società e come ogni cosa al mondo, oltre ai vantaggi, presenta anche alcuni svantaggi. In questo articolo, approfondiremo alcuni degli aspetti negativi causati dai dispositivi mobile.
Un fidato compagno di vita? Mica tanto…
“Toglietemi tutto ma non il mio smartphone”. Al giorno d’oggi possiamo rinunciare a tutto, ma lo smartphone rientra in una ristretta cerchia di oggetti che sono diventati ormai indispensabili nella vita quotidiana.
Ci sono diverse tipologie di dispositivi mobile, economici, ultra costosi, le famose “cinesate” e molto altro ancora. In realtà, c’è uno smartphone adatto ad ogni persona ed, effettivamente, da qualche anno questi dispositivi hanno raggiunto categorie di consumatori storicamente molto lontani dal mondo della tecnologia.
Al contrario di un vecchio cellulare, questi nuovi dispositivi ci accompagnano in ogni momento della giornata e, per gran parte delle persone, è la prima cosa che si guarda appena ci si sveglia e l’ultima quando si va a dormire. Dalla mattina alla sera, lo smartphone è sempre con noi per facilitarci alcuni compiti, ma in alcuni casi possono anche complicarci la vita rendendola “meno vera”.
Limitano le nostre interazioni sociali
Uno dei problemi più gravi di questa “invasione di tecnologia” è senza dubbio quello dell’alienazione. Ultimamente, al posto di scambiare quattro chiacchiere con le persone che ci circondano nel “mondo reale”, la maggior parte delle persone preferisce passare il tempo col capo chino sul display dello smartphone a smanettare su qualche app o social network.
Purtroppo, questo problema non si verifica solo in contesti sociali dove non si conoscono le persone presenti (mentre facciamo la fila dal dottore, per esempio), ma spesso accade anche tra amici e parenti: l’ultimo piatto del menù della domenica non è il dessert, ma una bella sessione di social network, videogiochi mobile o qualsiasi altra distrazione offerta dallo smartphone.
È una situazione decisamente triste, soprattutto se consideriamo che gli stessi genitori che dieci anni fa avrebbero rimproverato un figlio per aver utilizzato il cellulare a tavola, ora sono i primi a commettere il “peccato”.
In casi come questo, le immagini possono parlare più delle parole. Nel 2013 si diffuse sul Web un video virale che narra una giornata vissuta senza smartphone. Si tratta di un esperimento che tutti noi possiamo fare, ma vi lasciamo vedere il video per trarne le vostre conclusioni.
Il risultato di questa rivoluzione tecnologica è che le interazioni sociali sono diventate estremamente limitate. Lo smartphone è sempre con noi e, se non impariamo a riconquistare i nostri spazi, è molto facile che prenda il sopravvento sulle nostre vite.
Ci distraggono in ogni momento
Specialmente per i più giovani, i dispositivi mobile sono diventati talmente importanti che spesso ci si dimentica addirittura di guardare la strada prima di attraversare. Purtroppo non è uno scherzo: secondo una recente statistica sono più del 20% i pedoni europei che passeggiano per strada costantemente distratti dallo smartphone. Come affermano questi dati, il problema non riguarda esclusivamente gli automobilisti, ma la “piaga” affligge anche i pedoni.
Con una percentuale simile, non è una sorpresa che, lo scorso aprile, una ragazzina tedesca, distratta dal suo smartphone, ha attraversato la strada non facendo caso all’arrivo di un tram che l’ha travolta e uccisa. Per evitare incidenti simili, negli Stati Uniti si sta vagliando una multa per coloro che passeggiano per strada messaggiando. Il governo tedesco invece ha cercato di risolvere il problema sperimentando un nuovo tipo di semaforo che, oltre alla segnaletica verticale, prevede anche dei led ai bordi delle strisce pedonali in modo che siano a portata d’occhio anche per coloro che sono costantemente distratti dai dispositivi mobile. In Cina sono stati addirittura creati dei percorsi pedonali con due corsie, una è dedicata ai pedoni distratti che di fatto, sembrano delle specie di zombie ignari dell’ambiente che li circonda.
Queste soluzioni sono sicuramente efficienti, ma siamo sicuri che siano essenziali? Forse basterebbe usare un briciolo di buonsenso e prestare un po’ di attenzione in più quando si passeggia per strada mettendo da parte lo smartphone per qualche minuto.
Ci facilitano la vita… Anche troppo
Essendo “smart” (intelligenti), il principale obiettivo degli smartphone è di facilitare la vita dell’utente. A dire la verità, ci riescono straordinariamente bene, talmente tanto che in alcuni casi agiamo come se fossimo delle “macchine”. Insomma, perché tentare di ricordare un numero telefonico quando lo smartphone lo fa al posto nostro?
Per un nativo digitale come il sottoscritto, risulta quasi impossibile ricorrere a post-it o altri promemoria tradizionali. Carta e penna hanno sicuramente il loro fascino, ma è anche vero che possono smarrirsi e non si possono portare in giro con molta facilità. Perché affidarsi a questo rimedio “antiquato” quando abbiamo un’agenda personale sempre a portata di mano nello smartphone?
A questo punto, una domanda sorge spontanea: se dovessi perdere il supporto di questi strumenti, riuscirei a mantenere lo stesso livello di organizzazione? Oppure dimenticherei anche il più banale dei miei impegni come accadrebbe ad un software a cui viene a mancare parte del suo codice?
Ci limitano le esperienze di vita
Un processo iniziato dai cellulari e che ha visto il culmine con gli smartphone: a furia di avere sempre con noi questo “fedele compagno di vita”, quando ci troviamo in situazioni particolari, molto spesso ci tiriamo fuori dai guai con una semplice telefonata, SMS o, ultimamente, con un’app. Una comodità che ci fa risparmiare tanto tempo e che ci risolve svariati problemi, ma in alcuni casi, queste agevolazioni possono rivelarsi controproducenti.
Un esempio molto semplice potrebbe essere quello di un neopatentato che, in seguito alla foratura di uno pneomatico della propria vettura, preferisce chiedere aiuto ai genitori con lo smartphone al posto di provare a risolvere la situazione da solo. Così facendo il ragazzo ha perso l’occasione di fare una nuova esperienza che sarebbe potuta tornare in futuro.
Un altro esempio decisamente più frequente, è la possibilità di ordinare il cibo in modo da limitare i tempi di attesa presso un servizio commerciale. Anche in questo caso è un’enorme comodità, ma di fatto, a causa di questa agevolazione, ci si potrebbe perdere un incontro gradito e altre possibili esperienze. Insomma… Lo smartphone contribuisce a farci “vivere meno”.
Provocano dipendenza
Forse perché WhatsApp, Messenger, Telegram ed altre app di messaggistica istantanea hanno praticamente sostituito la maggior parte delle comunicazioni, dire addio allo smartphone è praticamente impossibile. La situazione si complica ulteriormente per coloro che lavorano col PC e hanno bisogno di essere sempre connessi e pronti a rispondere alla prossima email. Per questa categoria di utenti è ancora più difficile “staccare spina” poiché non sempre è facile tracciare un una linea di confine tra vita e lavoro.
Per alcune persone sembra quasi impossibile pensare ad una sola giornata senza lo smartphone: si tratta di un vero e proprio ritorno al medioevo. E questo ci porta all’ultimo e importante argomento.
Voglia di staccare la spina
A furia di essere costantemente collegati e dipendenti dallo smartphone, dopo un certo periodo di totale immersione nella tecnologia, anche il più appassionato dei nerd sente la necessità di staccare la spina e smettere di pensare a PC, smartwatch, tablet, console e compagnia bella…
Se nel corso della settimana risulta quasi impossibile rinunciare alla tecnologia, nel weekend è sicuramente più facile mettere da parte questi aggeggi tanto funzionali quanto “pericolosi”. Se siete il genere di persona che non riesce a vivere senza smartphone, provate a vivere una giornata come l’avreste vissuta trenta anni fa e vedrete: riscoprirete molti piaceri della vita, piaceri che spesso vengono oscurati dal mondo digitale.
Anche se la passione per la tecnologia è forte, fortunatamente l’essere primitivo che è in ognuno di noi, sente ancora il bisogno dei suoi “spazi umani” facendoci venire voglia di mollare tutto e dedicarci a ciò che conta davvero nella vita: socializzare, produrre, divertirsi e, soprattutto: vivere.
Neanche a farlo a posta, ne parlavo con la mia famiglia domenica scorsa a tavola.
Mio padre: “Questi giovani d’oggi sono tutti concentrati su questi telefoni, non parlano più tra loro”
Io: “Vero papà, ma non generalizzare, molti lo fanno, ma non per questo la tecnologia è il male.”
Dopo un breve scambio di opinioni io avevo ancora desiderio di cercare soluzioni, di parlare di dialogare. Ma mio padre ha acceso la TV e mi ha detto che voleva sentire.
Io gli ho strappato il telecomando da mano e l’ho spenta.
Io: “Dici che vuoi non si interagisce più e poi accendi la televisione?”
Mio padre muto come una tomba, mia mamma mi ha detto “hai ragione”.
La verità è che ci hanno dato la libertà di usare la tecnologia senza prima insegnarci come usarla e come non abusarne. Siamo schiavi di qualcosa che dovrebbe renderci liberi. Ottimo pezzo.
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